Titolo del Reportage

Abruzzo in Love

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Abruzzo in love

Questo è il titolo del mio racconto fotografico, perché dopo che si viaggia in questi luoghi antichi e di pietre impilate che creano sculture a forma di case, strade, fontane in contrasto con la natura rigogliosa e incontaminata, il silenzio delle valli e gli ululati dei lupi di notte non puoi che non innamorarti anzi proprio come si dice in inglese “cadere in amore”

Questi borghi antichi ti incanteranno lentamente, non è una passione immediata, ma un percorso delicato e di scoperta, il luogo che si prende cura di te, ti accarezza per poi lasciarti sorpresa ed innamorata.

Quando siamo arrivati a Fontecchio, Stefano ed io con i nostri figli, Leonardo e Marcello, ci sembrava un luogo deserto, una piazza ad accoglierci di pietra bianca e giallo chiaro per effetto del sole torrido e il suono scrosciante dell’acqua e da parte nostra il desiderio di riempire le bottiglie di acqua fredda… Silenzio e nessuno.

Al borgo antico si accede attraverso una vecchia porta, un arco, e poi una lunga salita in pietra.

Prima di accedervi c’è la porta di una casa nobile con un grosso maniglione a forma di testa di donna… fuori quattro sedie comode in legno e un tavolino… qualcuno si siederà penso …, la salita in pietre porta ad altre case di pietra, ai lati porte aperte, alcune con profondità oscure da cui esce fuori il tipico fresco e  l’odore di cantina abbandonata;  in un’ apertura si scorgono delle immagini fotografiche poste in allestimento illuminate perfettamente, poche case abitate ad indicarle dei fiori e panchine…, gironzola qualche gatto nero o spelacchiato a cui qualcuno ha lasciato un po’ di latte e acqua.

Una macchina per impastare il cemento ferma e transenne per indicare passaggi pericolanti, sopra si erge la torre con l’orologio del paese e ancor più su la “Gru”, mastodontica… in basso muri e muri che si avvicinano in prospettiva l’uno all’altro creano delle quinte da palcoscenico all’inserimento del sole sulle scale.

Leonardo corre sulle discese e le salite, velocissimo, si sentono i suoi battiti scalpitanti, si ferma davanti ai gatti, ma i gatti non scappano si osservano, stiamo arrivando al nostro B&B.

Incontriamo Alessio proprietario del B&B Torre del Cornone, stanze belle, curate e un giardino che dà su uno spettacolo incredibile, la valle di Fontecchio, gli occhi e il cuore si aprono respirando qualcosa di fresco, ma allo stesso tempo antico come la valle, quella calma che abbraccia il petto e conforta l’anima in riposo.

Sono case ristrutturate, reinventate, dove giardini diventano paradisi per colazione con prodotti naturali e le cantine sono cucine accoglienti e le grotte per il legno sono cantine per vini pregiati e mobili vintage …

Mando un messaggio a Todd , l’avevo conosciuto a Napoli tramite Annalisa la sorella di Stefano , un’artista americano pittore eccelso , viveva a Napoli insieme ad Annalisa a Piazza Cavour e un po’ a Procida, adesso ha scelto di vivere a Fontecchio per avviare una comunità di artisti, la sua casa è proprio dove ci sono quelle quattro sedie, una casa antica dove le stanze si aprono su altre stanze dai soffitti a volta e una grande scala che porta al piano superiore dove ci sono altre stanze piene di luce e tanti piccoli balconi da dove stendere lenzuola bianche ad asciugarsi in poco tempo…

Stefano  è impegnato in una lunga riunione on line si accomoda nella cucina del B&B accanto al camino spento e un piccolo balconcino che dà sul giardino, tavolaccio in legno e cuffie…io e i due bimbi partiamo alla scoperta di Todd …

Io e Leonardo muniti di macchina fotografica e io anche di passeggino, …la salita dall’ albergo alla piazza è dura, ma dopo qualche giorno ci abitueremo, insomma ci abitueremo un po’ a tutto…

Suoniamo, ci apre un ragazzo dagli occhi neri e i capelli corvino in vestiti comodi, è Patryk , lo conosceremo meglio nei giorni successivi, dopo un po’ appare Todd, parla in Italiano, ma lentamente, ha dei tempi lenti e riflessivi, si muove con un’ energia lieve come se planasse sulle case tocca delicatamente i luoghi con la punta delle dita a dar loro colore, si muove così nelle strade di pietra e ci mostra i luoghi dove qualche giorno fa artisti di ogni parte del mondo e abruzzesi hanno creato delle installazioni d’arte.  Quando entriamo sposta oggetti e prende assi, è a casa sua in questi luoghi che a prima vista appaiono abbandonati.

Leonardo si arrampica ovunque e scatta un bel ritratto a Todd con sua piccola macchina fotografica, io scatto con difficoltà visto che devo districarmi tra passaggi difficoltosi, le arrampicate di Leo, il passeggino di Marcello e peso di macchina fotografica reflex Canon con obiettivo 28/70mm, ma qualcosa tiro fuori…

La casa di Todd in realtà è una vera home gallery, una casa degli artisti, ospita artisti e opere ed è infatti la sede di Fontecchio International airport, il nome che Todd ha dato a questo progetto, e dà proprio questa impressione, di un porto per artisti con ali che si posano lì per creare.Ho sempre più voglia di farne parte, chiudendo gli occhi mi si rilassa il cuore al solo pensiero che potrei prendere il tempo in maniera diversa, lentamente per sentire osservare, creare e donare.

Ci raggiunge Stefano, prendiamo la macchina e iniziamo a d esplorare i luoghi vicini…

Abbiamo appuntamento con Raffaello e tutta la nostra famiglia per cena, un ristorante nel borgo di Caporciano accanto una chiesa di Santa Maria Assunta nascosta da cipressi e uno spiazzo dove si parcheggiano i camper.

Si conclude il giorno, i bambini si addormentano e noi attraversiamo le strade immerse nelle valli con la nostra auto, le luci delle macchine illuminano i lupi, o le volpi o altri animali che Stefano mi indica con entusiasmo, ed effettivamente ci lascia incuriositi l’idea che qualcuno possa vivere selvaggiamente nelle foreste e noi possiamo scovarli nella loro vita notturna e ascoltarli, ci rimanda a qualcosa di ancestrale e di antico.

 

Lì a Fontecchio, avevo scoperto da facebook che una mia cara amica che non vedevo da anni si era trasferita,  proprio al borgo affianco, San Pio

Quando l’ho rincontrata mi è apparsa come una leggera nobile donna di origine veneziana con i capelli rossi zafferano, a pensarci lei sembra proprio un fiore di zafferano esplosiva ed preziosa, (tipico fiore abruzzese) e con molto piacere ho notato la sua una piccola pancia.

Lei e il marito inoltre gestiscono un albergo diffuso “Alle Vecchie Querce”, una novità alberghiera , piccole abitazioni che si fittano come stanze di unico albergo che fanno riferimento a un’unica reception.

Inoltre Stefania si occupa come sempre di progetti nell’ ambito sociale, in questo caso di residenze artistiche internazionali a Fontecchio. Noi ci siamo sempre incontrate in luoghi meravigliosi, ma sempre con grandi contrasti, come ad esempio Reggio Calabria collaboravamo entrambe con il museo dell’ndragheta, le ho regalato il mio libro “Architetture Criminali” dedicandolo ai nostri incontri tra Paradisi e Purgatori.

Anche l’Abruzzo è così, ha vissuto l’Inferno del terremoto e vive in un lento Purgatorio e adesso attraverso le persone e la natura sta emergendo nuovamente il Paradiso terreste, e noi siamo qui, di nuovo in mezzo

Nel borgo di San Pio Stefano e bimbi fanno un bellissimo bagno in una piscina di plastica in mezzo ai campi mentre noi chiacchieriamo e gioiamo del nostro incontro.

Nei giorni successivi visitiamo Il borgo di Santo Stefano con la Torre ricostruita dopo il terremoto, incontriamo turisti, acquistiamo le lenticchie, le ceramiche, poi andiamo al lago di San Demetrio, visitiamo il borgo di Castelvecchio Calvisio ancora in ricostruzione con una mappatura a forma di tartaruga vista dall’alto, e in lontananza scorgiamo castelli, Abbazie, Roccaforti, Belvederi sulle colline.

Giriamo tra le montagne, sentendo i profumi e il vento tra gli alberi, e ritorniamo nel nostro paese Fontecchio che è già diventato nostro.

Fa caldo e la sera fa freddo, una bella artista giovane italiana dall’aspetto gitano/francese ci invita ad aperitivo alla K.a.p.,  un’associazione di giovani artisti che hanno deciso di trasferirsi e convivere con questa atmosfera d’ arte e natura, lì conosco meglio Patryk che si occupa dell’organizzazione e comunicazione di “Fontecchio International airport” insieme a Todd che nel frattempo è partito per un qualche settimana per l’America.

Patryk è vestito sempre come un dandy di altri tempi gira con eleganza in questi luoghi e mi parla con serenità delle attività che stanno realizzano.

Fontecchio è un luogo elegante, non dell’eleganza dei ricchi, ma dell’eleganza delle anime e degli amanti antichi della bellezza e delle sfumature.

La Kap è una casa bianca al centro di una collina con dei giardini a terrazzo dove si organizzano reading e concerti, ma è soprattutto un luogo dove incontrarsi, creare comunità e bere piacevolmente un bicchiere di vino, chiacchierando e godendo la vista al tramonto.

Raffaello Fico è il direttore dei lavori di ricostruzione di questi borghi colpiti dai terremoti, non solo a livello di edilizia e di sicurezza, ma è un illuminato perché ha chiara l’idea che quella che va ricostruita è la comunità e la vita delle persone, riabitando i luoghi e facendo partecipare la comunità residente, un pensiero condiviso con la sindaca Sabrina Ciancone che vuole fortemente che tutto questo avvenga attraverso l’arte, l’arte come strumento di cura e di bellezza.

L’ Arte è intesa non come qualcosa da osservare e distante ma da vivere appieno…arte come fattibilità dell’operare, l’arte che vive e unisce.

L’ultimo incontro del nostro viaggio avviene proprio nella stessa piazza che ci ha accolto dove verrà presentato il progetto di residenza artistiche internazionali  dal titolo ”Lab8-riabitare con l’arte”…(l’inizio di quello che potrà divenire)…ci sono tutti artisti, albergatori, cittadini, io, la mia famiglia, Stefania, Raffaello, e tante sedie rosse in cerchio.

Gli artisti di altri mondi (non mi piace dire “stranieri, perché mi ricorda estraneo) presentano i loro progetti, c’è chi si dedica al ricamo con le signore dei borghi per un enorme tela di penelopi come le artiste Lewis Damien Desoto e Chandra Cerrito, chi ha un approccio apparentemente scientifico ma con la follia tipica dell’arte come Jonathan Scott Keats e chi invece costruisce piccole gru nelle case quasi ad esorcizzare il totem che si erge sul borgo, progetto dell’ artista Sebastian Alvarez.

Tutto è pieno di energia dorata…tutto continua…

Leonardo ci chiama, ha scoperto qualcosa, nella fontana di Fontecchio vive una famiglia di grandi pesci viola, …questo ci sorprende…perché la fontana che sembrava vuota e antica invece ha dei bellissimi abitanti che con magia ci sono apparsi per salutarci…ma non per sempre…

 

 

 

 

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